Le 10 domande che, come avvocato, mi pongo per il dopo Covid-19

By | 16/04/2020

Prima del COVID-19 il mondo cambiava e gli avvocati, invece no.

Con il COVID-19 il mondo è cambiato, per di più di punto in bianco, e gli avvocati, invece no.

O almeno a me non pare siano cambiati, posto che non ascolto, salvo rarissime eccezioni, da parte della categoria e delle sue rappresentanze quel che mi sarei aspettato di ascoltare, ovverosia una reazione articolata manifestata in forme politicamente significative.

Per esemplificare – e così tagliare corto un discorso che rischia di farsi lungo – quella di ricevere i 600 euro da ultimo elargiti (“spintaneamente”) dall’ ente previdenziale è una preoccupazione legittima, così come lo è quella di non esporsi inutilmente a rischi di contagio partecipando alle consuete attività forensi. Ma entrambe le preoccupazioni rappresentano UN problema, non possono costituire, invece, IL problema, che invece è chiedersi, ad es., cosa fare quando anche quei 600 euro saranno terminati e/o come evitare che la virtualizzazione delle udienze diventi un grimaldello per snaturare ulteriormente, senza dirlo apertamente né tantomeno discuterne, il ruolo difensivo all’interno del processo.

Penso, cioè, che in questo momento occorrerebbe criticamente farsi delle domande ampie, le quali, per quanto personalmente mi riguarda, sono le seguenti 10:

  1. Dopo il COVID-19 Il valore riconosciuto alla Giustizia nella scala sociale, politica, costituzionale dei valori, sarà inferiore o superiore a quello che le era associato prima?
  2. Come ha inciso sulla percezione della Giustizia-servizio, l’averne fatto quasi completamente a meno nel (lungo) frangente COVID-19 a differenza, ad esempio, di quanto accaduto per i tabaccai, le rivendite di giornali etc.?
  3. La forte limitazione di alcuni fondamentali diritti dei cittadini attuata durante il COVID-19, ha affievolito/affievolirà, o meno, in modo permanente la consapevolezza democratica dei propri diritti da parte di chi l’ha subita/accettata?
  4. Come si ripercuoterà la risposta a 1, 2 e 3, qualunque essa sia, sul modo di intendere ed esercitare la professione forense dopo il COVID-19?
  5. Sotto un profilo economico, come si deve immaginare il nuovo mercato concorrenziale della professione dopo il COVID-19, considerando un quadro di offerta invariata e domanda prevedibilmente ridotta in modo drastico?
  6. Come si ripercuoterà la nuova formidabile spinta tecnologico-innovativa derivante dal COVID-19 sull’esercizio della professione forense, in tutti i suoi aspetti (attività di udienza, organizzazione di studio, articolazioni associative, collaborazioni etc.)?
  7. Come si ripercuoterà la medesima spinta innovativa di cui sopra sul terreno delle garanzie difensive nel processo e sulla privacy dei dati divulgati tramite le tecnologie di comunicazione a distanza?
  8. Dopo il COVID-19, occorre o meno trovare una nuova articolazione della rappresentanza forense, sia a livello istituzionale, che a livello politico? Se sì, quale?
  9. Dopo il COVID-19, occorre o meno trovare un diverso metodo di gestione/distribuzione delle risorse economiche da parte degli organismi rappresentativi nazionali e locali? E, se sì, quale?
  10. Dopo il COVID-19, occorre o meno ripensare i criteri di iscrizione/permanenza nella categoria dei singoli iscritti? Se sì, in che modo?

Cercasi risposte disperatamente.

Author: Avv. Luca Lucenti

Avvocato, nato a Pesaro il 20 ottobre 1961. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Pesaro dal 1991. Abilitato al patrocinio dinanzi alle magistrature superiori dal 2004. Responsabile di Ragionando_weblog - ISSN 2464-8833

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