La Corte Costituzionale è stata investita delle questioni circa la legittimità (o meno) dell’obbligo vaccinale e con una decisione che allo stato non è stata ancora depositata ma solo anticipata con il comunicato stampa del 22/11/2017 ha concluso che:
«il passaggio da una strategia basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà si giustifica alla luce del contesto attuale caratterizzato da un progressivo calo delle coperture vaccinali».
Precisamente all’udienza del 21/11/2017 sono state discusse le numerose questioni di legittimità costituzionale promosse dalla Regione Veneto sul decreto legge n. 73 del 2017, convertito nella legge n. 119 del 2017, in materia divaccinazioni obbligatorie per i minori fino a 16 anni di età.
Le questioni sottoposte alla Corte costituzionale non mettevano in discussione l’efficacia delle vaccinazioni ma la loro obbligatorietà, sospesa dalla Regione Veneto con una legge del 2007 che aveva introdotto un sistema di prevenzione delle malattie infettive basato solo sulla persuasione.
La Corte Costituzionale, nel dichiarare non fondate le questioni prospettate, ha ritenuto, da un lato che le misure in questione rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale, dall’altro che questa scelta non risulta irragionevole, poiché volta a tutelare la salute individuale e collettiva e fondata sul dovere di solidarietà nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie.